Leader a confronto
DJI è il leader mondiale dei droni consumer e professionali. A dirlo a chiare lettere sono i numeri del suo fatturato. In dieci anni la DJI da startup si è consolidata come azienda mondiale con un fatturato pari a € 2,33 Mld a fine 2018.
Le analogie con un gigante dell’informatica e della telefonia come Apple sono tante. Entrambe i fondatori Steve Jobs e Frank Wang Tao hanno fondato le loro compagnie certi del fatto che le buone idee vincono sempre. E così infatti è stato!
DJI – la nascita
La DJI nasce nel 2006 a Shenzen, il polo tecnologico della moderna Cina dove ci sono tutti i giganti delle nuove tecnologie come Huawei.
Frank, sfruttando i suoi studi per la tesi di laurea – un autopilota per elicotteri radiocomandati – che crasherà poi al primo volo, nonostante il clamoroso insuccesso, pensa che quello possa essere il suo campo.
Infatti una volta conseguita la laurea, approfittando del basso costo in Cina dei componenti elettronici, lavora a migliorare il suo autopilota.
Lo scopo è quello di realizzare un sistema in grado di volare sia in maniera autonoma (vedi le attuali funzioni di volo con wyapoint dei droni DJI), che in modo di pilotaggio assistito.
La prima intuizione
Ed ecco la prima intuizione. L’autopilota è un sistema per quanto scarno, molto apprezzato. Non solo! Il buon Frank ebbe una seconda ottima intuizione. Vendere il suo autopilota tramite internet, by-passando i limiti fisici del mercato cinese! In tre anni ormai la sua azienda è una realtà!
La svolta
Nel 2009, la svolta! Attraverso la collaborazione con il suo professore di università Mr. Li Zexiang, Frank confeziona un elicottero R/C, che chiama Zhufeng Explorer.
L’elicottero, ovviamente, dotato del suo autopilota, porta a bordo GPS e IMU. Questo faceva si che l’apparecchio potesse volare attraverso waypoint determinati su una mappa nel sistema ground station. Non solo, ma il buon Frank, aveva incluso nel peso di take-off come payload, una macchina fotografica capace di inviare a terra il segnale video. Non solo, ebbe la grande idea di far volare l’elicottero niente di meno che sull’Everest!
Era dunque nato il prototipo del drone DJI come noi lo conosciamo!
Il perfezionamento
Tuttavia gli anni a cavallo tra il 2009-2010 furono ancora anni di perfezionamento. Il core business per quanto remunerativo rimaneva il suo ormai famoso autopilota, che fu commercializzato con il nome di ACE ONE.

DJI ACE ONE Autopilota – Fonte sito web DJI
Il valore aggiunto offerto da ACE ONE era quello di offrire agli elicotteri radiocomandati features tali da trasformarli in macchine per le riprese e i rilevamenti aerei di facile gestione e alquanto accessibili. Tuttavia l’ACE ONE servì per aprire la strada la ben più potente Wookong M, il primo autopilota per droni multi rotore.

DJI Wookong M autopilot – immagine tratta dal sito web DJI
Dal Wookong M al NAZA
Ma, nella mente di Frank (come in quella di Steve Jobs) c’era ben altro. Sebbene il campo dei sistemi di autopiloti fosse in salute e i proventi delle vendite del Wookong M fossero più che interessanti, Frank decise un cambio di strategia. E così nacque il NAZA. Un autopilota dal costo molto contenuto che sbaragliò i mercati mondali, infliggendo duri colpi ai concorrenti di DJI.
Il NAZA seppur più limitato inizialmente del Wookong M in termini di features, consentiva il pilotaggio assistito, l’hovering e il back to home automatico. Il NAZA, basato su un processore ARM a 32 bit consentiva l’elaborazione di algoritmi sofisticati tali da garantire prestazioni prima impensabili e rendendo l’autopilota un sistema plug & play.
Dalla Gimbal al Phantom 1
Siamo orami a metà del 2012 e Frank ha in serbo altre due grosse sorprese. A giugno, Introduce un Gimbal innovativo – Zenmuse Z15 che utilizza dei motori brushless. La stabilizzazione è immediata e questo è il grande punto di forza della Gimbal che riduce notevolmente post-produzione della stabilizzazione delle immagini. A novembre lancia il Phantom 1, ed è un successo mondiale. Solo 680 dollari per drone che chiunque può pilotare e dalle ottime prestazioni.

DJI Phantom 4RTK – Immagine tratta dal sto web DJI
Dal allora è solo un crescendo di successi: Phantom 2/3/4, Mavic Air/ Pro/2, Spark come trecentino, Inspire, Matrice, Ronin, Osmo, fono all’ultimo Mavic Mini.

Drone DJI Inspire – Immagine tratta da pixabay.com libera per usi commerciali – Autore Free-Photos

Drone DJI Mavic 2 – Immaine tratta dal DJI Store
DJI ha un avvenire come quello di Apple?
LISA, LISAII, Apple Macintosh, iMac, iMac Pro, MacBook, MacBook Pro, MacBook Air, iPod, iPad, iPad mini, iPad Pro, iPhone 2G/3G/3GS/4/4S/5/5S/5C/6/6 Plus/6s/6s Plus/SE/7/7 Plus/8/8 Plus/X/Xs/Xs Max/XR, iPhone 11, Apple Watch vi ricordano qualcosa? Certo che si! L’inarrestabile cavalcata di Apple verso il gigante che è oggi.
Dalle righe e tra le righe, si legge chiaramente la forte similitudine di DJI con Apple. Le capacità visionarie di Frank Wang Tao come quelle di Steve Jobs. Entrambi hanno fatto si che tecnologie complesse fossero facili da utilizzare, considerando l’approccio del tipo plug & play il punto d’arrivo delle loro creazioni.
Apple è l’azienda con maggior cash-flow, con un fatturato di USD 265,6 Mld (2018), pari a € 233,17 Mld. DJI ha la consolidata leadership dei droni nei mercati mondiali con il suo fatturato di 18 Mld di CNY (2018) – pari a € 2,33 Mld – è sulla buona strada.
La risposta quindi all’interrogativo iniziale: DJI può essere considerata l’equivalente di Apple? Ci sono tutti i presupposti!
Chissà cosa ne pensa Frank Wang dei “Think different” e “Stay hungry, Stay Foolish” di Steve Jobs? Al momento sembra di averli fatti propri!
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